Per decine di anni i sensori termici, basati su tecnologia infrarossa sono stati utilizzati esclusivamente dalle Forze Armate per rilevare attività umane, grazie proprio all’emissione termica molto evidente dei corpi, dei veicoli e degli animali che genera un contrasto nell’immagine con l’ambiente circostante. Questi sensori possono essere raffreddati o meno. I sensori non raffreddati hanno in pratica un resistore per ogni pixel, denominato microbolometro e costituito di Silicio amorfo (a-Si) oppure ossido di Vanadio (Vox). Il valore del resistore cambia a seconda della radiazione incidente, in particolare quella infrarossa che ne riscalda la superficie. La resistenza cambia per ogni pixel, viene processata al fine di generare un’immagine sul nostro computer o monitor. Tipicamente la struttura di microbolometri è ottimizzata per avere maggior sensibilità nella banda spetrale 8-14µm.

Un sensore LWIR raffreddato è un fotodetector costituito per lo più di materiale semiconduttore, in genere HgCdTe (Mercury-Cadmium-Telluride) o QWIP (Quantum Well Infrared Photodetector). In questa tipologia di telecamere i fotoni vengono trasformati in elettroni ed in seguito letti dall’elettronica. Raffreddare sensori termici ha senso a seconda dell’applicazione, in particolare quando si vuole ottenere un’immagine priva al massimo di rumore, si raggiungono in genere temperature pari a 77K e la regione di detection si riduce a 7-1212 µm.